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Zootecnia, Rolfi: tavolo permanente con banche per credito e liquidità

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Filiere avicola, suinicola e lattiero-caseario in difficoltà. Serve fare sistema per uscirne

Misure per la zootecnia sui fronti del credito e della liquidità. Aumento dei prezzi delle materie prime, crisi internazionale causata dalla guerra in Ucraina, costi dell’energia e malattie come aviaria e peste suina stanno mettendo in difficoltà le principali filiere zootecniche della Lombardia: avicoltura, suinicoltura e lattiero-caseario. La Regione Lombardia istituirà una cabina di regia tecnica per studiare le migliori modalità di accesso al credito e alla liquidità per le aziende agricole lombarde. È quanto emerso dalla videoconferenza che si è svolta nella mattina di giovedì 3 marzo, convocata dall’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni di categoria, Finlombarda e l’Associazione bancaria italiana – commissione regionale Lombardia.

Le misure specifiche di banche, Ismea e Finlombarda

“Le banche, Ismea e Finlombarda – ha dichiarato l’assessore Rolfi – hanno già realizzato misure specifiche dedicate al comparto zootecnico. C’è la necessità di mettere a sistema tutte queste possibilità per le imprese agricole e pensare a ulteriori strumenti innovativi per combattere la contrazione di redditività che l’agricoltura lombarda sta vivendo. La Regione avvierà questo tavolo istituzionale permanente e ringrazio l’Abi Lombardia per la disponibilità dimostrata”.

Zootecnia base dei Dop più conosciuti e consumati

“Il comparto zootecnico lombardo – ha aggiunto l’assessore – sta alla base dei prodotti Dop più conosciuti e consumati al mondo. Liquidità e credito per la zootecnia sono fondamentali non solo per garantire la sopravvivenza delle imprese, ma per pensare a ulteriori investimenti sul futuro. Investimenti per una delle colonne dell’agroalimentare italiano. La peste suina non è ancora arrivata in Lombardia, ma sta pesando in maniera forte sulle esportazioni. L’aviaria si è fatta sentire pesantemente soprattutto a Brescia, Cremona e Mantova con 55 focolai, ora tutti estinti, ma che hanno creato danni milionari. È urgente un intervento deciso”.

Fondi ministeriali insufficienti

“Il ministero – ha spiegato l’assessore – ha messo a disposizione a livello nazionale 30 milioni per il comparto avicolo e 50 per il sostegno alle imprese danneggiate dalla peste suina“. “È chiaro – ha concluso Rolfi – che queste risorse non possono bastare. Per questo la Regione vuole attivarsi, al di là dei ristori, affinché le agevolazioni per l’accesso al credito e la liquidità abbiano ricadute concrete sul territorio”.

gus

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