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Coniugi separati, fino a 3.500 euro per pagare il canone di affitto

sostegno abitativo coniugi separati

La Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’assessore a Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, ha approvato il rifinanziamento della misura per l’implementazione degli interventi di sostegno abitativo a favore dei coniugi separati o divorziati in condizioni di disagio economico e i relativi criteri di accesso.

Ulteriori fondi per sostegno abitativo coniugi separati

“Considerando l’attuale contesto economico e sociale e le conseguenti difficoltà che ne derivano – ha dichiarato l’assessore Lucchini – abbiamo infatti deciso di implementare la misura. Una risposta per i cittadini che, negli anni, ha ottenuto riscontri importanti ed è molto apprezzata dai richiedenti. Con un ulteriore stanziamento di 1,8 milioni di euro, Regione Lombardia aiuta quindi concretamente i genitori separati o divorziati con figli. Persone che più di altri stanno soffrendo questa crisi e le difficoltà legate al perdurare dell’emergenza sanitaria. Si tratta quindi di una vera e propria boccata di ossigeno per permettere a tante persone di usufruire di un aiuto prezioso volto a integrare il loro canone di locazione”.

Contributi fino a 3.500 euro

Il destinatario della misura può beneficiare di un contributo per la durata di un anno dall’approvazione della domanda, fino al 40% della spesa sostenuta e fino ad un massimo di 2.500 euro nel caso di canone calmierato e di 3.500 per l’emergenza abitativa nel caso di canone a prezzo di mercato. In caso di genitore in stato di grave marginalità, oltre al contributo al canone di locazione della durata di due anni, può essere riconosciuto, a seguito della definizione di un progetto personalizzato, anche un contributo aggiuntivo fino ad un massimo di 1.000 euro all’anno.

La soglia ISEE per l’accesso al contributo è pari a 30.000 euro l’anno.

Modifica dei criteri

Per rendere più efficaci gli interventi sono stati quindi modificati i criteri di accesso alla misura. Lo si è fatto prevedendo l’equiparazione tra i figli nati all’interno e al di fuori del matrimonio.

L’attenzione concreta di Regione Lombardia

“Con l’approvazione di questa delibera – ha evidenziato Lucchini – Regione Lombardia dà quindi un ulteriore segnale di attenzione verso un fenomeno che purtroppo si sta rivelando in crescita negli ultimi anni e verso una categoria di persone che rischia di entrare a fa parte dei nuovi poveri. Evitare l’esclusione sociale dei genitori separati o divorziati e garantire loro una vita dignitosa è sempre stata e continua a essere una delle nostre priorità”.

gus

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