Chiediamo a Ministero Salute nuova attenzione a Lombardia
Con nuove risorse statali più medicina per il territorio
“Riteniamo che il sindacato in questo Paese e in questa Regione abbia una rappresentanza forte e con cui ci siamo sempre confrontati anche perché spesso ci hanno presentato istanze utili per rendere ancora più efficaci i nostri provvedimenti. Noi abbiamo iniziato un percorso di approfondimento e valutazione della legge 23. In tale contesto abbiamo deciso di aprire anche un Tavolo di con i sindacati per ricevere i loro contributi”. Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, al termine dell’incontro con i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil, Elena Lattuada, Ugo Duci e Danilo Margaritella.
Al tempo della riforma risorse non adeguate
“Teniamo conto – ha ricordato Gallera – che abbiamo fatto una riforma, nel 2015, in un contesto in cui non erano previste risorse adeguate per la sanità né la possibilità di assumere. Oggi invece il contesto è diverso: 3 miliardi in più sul fondo sanitario, più possibilità di assumere, un investimento da parte dello Stato su questo comparto e, quindi, ci sarà la possibilità di valorizzare in maniera concreta la medicina del territorio”.
Governo aumenti le borse di studio
“Chiediamo al Governo – continuano Fontana e Gallera – di aumentare le borse di studio: nel 2017 ce n’erano 100 per i medici di medicina generale. Nel 2018 siamo arrivati a 380, l’anno scorso a 350. Oggi ne sono previste 130 per Regione Lombardia. Ovvero un’inversione di tendenza preoccupante”.
A ministro Speranza evidenziato bisogno di medici
“Abbiamo già parlato con il ministro Speranza – dicono ancora – perché per fare la medicina di quartiere abbiamo bisogno anzitutto dei medici. Sono molti di più quelli che vanno in pensione rispetto a quelli che entrano nel sistema. Abbiam bisogno di rendere più appetibile questa professione, non è accettabile che una borsa di studio per un MMG sia di 800 euro e per uno specializzando ospedaliero di 1.800 euro”.
Sburocratizzare la professione
“Abbiamo bisogno di sburocratizzare la professione – aggiungono – superando le regole che il Governo centrale ha dato nell’ottica del contenimento della spesa. Queste regole devono essere cambiate se davvero si vuole che il medico sia il reale primo punto di riferimento per il territorio”.
Attenzione nuova da ministro e Ministero
“Noi siamo impegnati in questo – concludono – e ci sembra di trovare nel ministro e nel Ministero un’attenzione nuova. Siamo convinti che si riesca a lavorare bene insieme. Con il prezioso contributo delle organizzazioni sindacali che si sono dette pronte a collaborare”.
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