Assessore: in futura Pac modificare criteri assegnazione. Ora 50% risorse vanno a 5 Regioni del mezzogiorno
“Dal 2015 a oggi abbiamo aperto e chiuso 88 bandi con i fondi del Psr (Piano di sviluppo rurale), abbiamo messo a bando il 120% delle risorse, grazie ai trascinamenti di fondi precedenti, e assegnato il 98,5% di quelle disponibili. Ancora una volta la Lombardia si dimostra puntuale nei pagamenti e utilizza tutti i fondi europei. Le aziende agricole che ne hanno beneficiato in questi anni sono state 17.000. Nel 2020 abbiamo dato alle aziende agricole più di 98 milioni di euro. Tra i quali 20 in forma urgente per tamponare la crisi dovuta al Covid“. Sono le cifre presentate dall’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi della Regione Lombardia, Fabio Rolfi, durante la riunione dell’VIII Commissione consiliare.
Suddivisione risorse
“Il 60% delle risorse erogate con il Psr – ha aggiunto Rolfi – è andato a misure legate alle priorità ambientali, il 40% per misure legate a competitività, innovazione e per le filiere. L’agricoltura lombarda è sempre più green. Nonchè innovativa e attenta al consumo delle risorse”.
Transizione e futura Pac
“Il biennio 2021-2022 è quello della transizione. La Lombardia avrà risorse nuove da investire con le regole già in atto. Per la futura Programmazione agricola comunitaria invece la Lombardia si sta battendo in conferenza Stato-Regioni. Allo scopo di modificare i criteri storici di riparto tra regioni. Che attualmente penalizzano la Lombardia come molte altri territori. Gli attuali criteri si basano su regolamenti non più esistenti e concentrano il 50% delle risorse su 5 regioni del Mezzogiorno”.
Convergenza sui criteri da parte di 14 Regioni
“In sede di Commissione Politiche agricole – ha dichiarato l’assessore – si registra una convergenza su nuovi criteri da parte di 14 regioni. Trasversale sia per area geografica che visione politica. Se vogliamo realizzare gli obiettivi imposti dal green deal europeo abbiamo necessità di avere le risorse adeguate”.
Serve visione
“Serve visione – ha sottolineato l’assessore – per programmare gli interventi dei prossimi dieci anni. Le linee che seguirà la Regione Lombardia saranno legate a innovazione, abbattimento della burocrazia e valorizzazione di zootecnia e agricoltura alpina”. “Pensiamo a una Ocm zootecnia e a politiche specifiche per la montagna e per il settore forestale – ha continuato – con dotazioni e bandi dedicati. E che si differenzino per politiche, interventi e criteri di premialità dalle politiche attuate per l’agricoltura di pianura. Chiaramente la governance deve rimanere regionale. Gestire un Piano Strategico Nazionale Unico relegando le regioni a organismi delegati, infatti, non è compatibile con problematiche molto differenti tra territori. E rischia di ingolfare la macchina amministrativa”.
Coinvolgere Regione in Piano strategico nazionale
“L’Italia – ha concluso Rolfi – deve proporre il Piano strategico nazionale, per la redazione del quale le Regioni devono essere coinvolte entro giugno. Mentre siamo in ritardo in una situazione di instabilità politica, senza ministro dell’Agricoltura. Rischiamo di perdere tempo prezioso. E non cogliere sfide importanti per tutto il comparto”.
gus