‘Welfare’ di Regione Lombardia pioniere in tema di supporto alle professioni infermieristiche e sanitarie in genere, al fine di valorizzare i professionisti sanitari delle strutture pubbliche, tra i meno retribuiti d’Europa. Obiettivo, permettere loro di poter esercitare anche in regime di libera professione. Un impegno concreto che la vicepresidente ed assessore al Welfare di Regione Lombardia, Letizia Moratti, intende perseguire con impegno e convinzione.
Moratti: Regione Lombardia prosegue opera di valorizzazione, sui territori 1.039 infermieri di famiglia
“La Regione ha investito sugli infermieri di famiglia – spiega Letizia Moratti – autorizzando le 1.600 assunzioni previste dal DL 34/2020, assegnando le necessarie risorse. Nel 2020 e a inizio 2021 i concorsi hanno subìto rallentamenti causa Covid, ma ora sono pienamente ripresi. In Lombardia risultano già in servizio ben 1.039 infermieri di famiglia. Le nostre aziende sanitarie su mio impulso stanno tuttora reclutando, anche in previsione dell’incremento degli infermieri di famiglia previsto dal DM 77”.
Un trend che ha visto aumentare il personale infermieristico negli organici del servizio sanitario pubblico regionale lombardo in maniera significativa.
Oltre 41.000 infermieri dipendenti in Regione Lombardia
“Siamo passati da 39.650 a 41.357 infermieri dipendenti – rimarca Letizia Moratti. Significa che oltre ai più di mille infermieri di famiglia ci sono 668 infermieri ospedalieri in più rispetto al 2019”.
Regione Lombardia, inoltre, secondo precise direttive dell’Assessorato e della Direzione generale Welfare, sta investendo su tutto il settore delle professioni sanitarie anche a livello organizzativo.
Le linee guida Poas (Piani di Organizzazione Aziendale Strategici) hanno infatti disposto che in ogni azienda sociosanitaria pubblica sia prevista una struttura complessa responsabile delle professioni sanitarie. I dirigenti infermieri, similmente agli altri dirigenti delle professioni sanitarie, potranno altresì accedere agli avvisi per direttori di distretto.
“Per quanto riguarda il settore privato – conclude la vicepresidente Moratti – si sta sperimentando un’avanzata modalità di collaborazione tra Operatori socio sanitari (Oss) ed infermieri, nell’ ottica di una migliore assistenza al paziente e di una migliore organizzazione del servizio”.