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Coronavirus, Venturi: anche terapia plasma iperimmune primato lombardo

plasma iperimmune primato lombardo

“La sanità lombarda è un’eccellenza universalmente riconosciuta e non perché lo dicano i cittadini lombardi, ma perché lo dicono pubblicazioni scientifiche internazionali”. Ne è convinto Alessandro Venturi, presidente dell’IRCCS San Matteo di Pavia, che insieme al Poma di Mantova, rivendica il primato lombardo anche nell’impiego della terapia da plasma iperimmune contro il coronavirus.

plasma iperimmune primato lombardo

Eccellenza nel mondo

“Il sistema sanitario lombardo – spiega Venturi – è considerato tra i migliori al mondo; uno dei suoi punti di forza è la presenza di grandi ospedali di ricerca”.

“Questo ha permesso – prosegue – da un lato ai pazienti di poter ricevere le migliori cure disponibili, dall’altro, di poter garantire loro la migliore capacità di innovazione nelle terapie”.

Un’eccellenza sanitaria che trova conferma nel crescente gradimento di migliaia di cittadini italiani e stranieri che ogni anno scelgono la Lombardia per venire a curarsi.

La cura col plasma iperimmune

E proprio dalla Lombardia, da un’equipe di medici e ricercatori degli ospedali di Pavia e Mantova è partita la sperimentazione, poi proseguita anche su scala nazionale, che utilizza il plasma iperimmune nella terapia da Coronavirus. Questo protocollo sperimentale prevede l’utilizzo del plasma, ossia la parte liquida del sangue, di pazienti guariti dalla malattia, per fornire ai malati gli anticorpi utili a contrastarne gli effetti. In sostanza vengono sfruttate a scopo terapeutico, le immunoglobuline neutralizzanti, coinvolte nella risposta immunitaria contro il virus.

Due date

“Ci sono due date – prosegue Venturi – che resteranno scolpite nella memoria. La prima è il 20 febbraio 2020 alle ore 20, quando si è scoperto il primo paziente Covid del mondo occidentale. La seconda è il 2 marzo quando grazie ad un’intuizione della nostra equipe del San Matteo, si è rispolverata una vecchia cura, quella del plasma, ma riutilizzata in una chiave nuova. Ovvero rintracciando nel plasma dei pazienti guariti la presenza di anticorpi neutralizzanti che grazie all’attività di ricerca si era visto che neutralizzavano il virus”.

Successo internazionale

“L’aspetto veramente straordinario di un ospedale di ricerca – sottolinea ancora Venturi –  ci ha consentito di mettere a punto una terapia di emergenza. In una situazione in cui ospedali e popolazione erano stremati dal virus. Questa terapia è risultata molto efficace e i dati lo dimostrano”.

“Continuiamo a ricevere richieste da fuori Regione e da tutto il mondo. Oltre al contatto con il professor Santin a Yale, recentemente  – racconta Venturi – una delegazione dell’ospedale di Sofia è venuta al San Matteo per studiare questa pratica e capire come importarla. Penso che questo sia ancora una volta la dimostrazione che la Lombardia con le sue strutture e la sua capacità di ricerca e innovazione ha permesso di avere un’arma in più contro il Coronavirus”.

fsb

 

 

 

 

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