È stato inviato, nel rispetto delle scadenze, dall’assessorato all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia al Ministero dell’Ambiente il parere sulla procedura di VIA nazionale (Valutazione di Impatto ambientale) in merito al Piano di sviluppo aeroportuale Malpensa 2035. Il parere trasmesso, tra gli altri, valorizza le osservazioni e i pareri espressi dagli Enti, tra questi i Comuni del CUV (Comitato Urbanistico Volontario) oltre a diversi Comuni dell’area, che si sono riuniti lunedì 28 settembre in Regione alla presenza del presidente della Regione e degli assessori all’Ambiente e Clima alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile e al Territorio e Protezione civile.
Sintesi
“Questo documento rappresenta una sintesi di tutti gli elementi e le osservazioni espresse dagli Enti coinvolti nel Piano di sviluppo dell’aeroporto di Malpensa – spiega l’assessore all’Ambiente e Clima che coordina il tavolo di consultazione con gli Enti locali – ma per poter esprimere un parere più completo necessitiamo di ulteriori integrazioni e approfondimenti, che il parere della Regione chiede vengano forniti dal proponente Sea. Questo in considerazione delle analisi tecniche fatte da Regione Lombardia, ma anche del confronto avviato con il territorio, che proseguirà anche nelle prossime settimane con il coinvolgimento di Sea”.
Consumo di suolo
All’interno del documento emergono i seguenti punti che andranno il Ministero dell’Ambiente dovrà ulteriormente approfondire: la necessità di una Valutazione Ambientale Strategica (VAS); la verifica dell’attuazione delle misure di mitigazione a cui si subordina lo sviluppo dell’aeroporto; la coerenza con la Pianificazione del Parco del Ticino. Inoltre, bisognerà rivedere le previsioni di crescita del traffico aeroportuale alla luce degli attuali andamenti di traffico, in quanto l’emergenza sanitaria avrà inevitabili ripercussioni sugli scenari prospettati.
Ampliamento Cargo City
Tra i punti, emerge anche il tema del dimensionamento dell’ampliamento di Cargo City. Hanno scelto le aree a sud del sedime che, essendo libere, prevedono un utilizzo di suolo libero, che guarda poco ai criteri ambientali; lo stesso vale per la realizzazione di strutture pensate per migliorare il rapporto tra aeroporto e cittadinanza, che andrebbe ad impattare sull’area tra la Valle del Ticino e la Valle Olona. In questo senso, occorrerebbe valutare localizzazioni alternative. O all’interno del sedime aeroportuale o in aree già antropizzate.
Impatto economico
Il Masterplan inoltre prevede la realizzazione di uffici, strutture alberghiere, tutte all’interno del sedime aeroportuale. Senza una adeguata valutazione degli effetti sul sistema economico, infrastrutturale e sociale del territorio e senza valutare adeguati interventi mitigativi e/o compensativi. Infatti, toglierebbe agli Enti locali non solo la possibilità di ricadute economiche positive (oneri di urbanizzazione, IMU, posti di lavoro), ma anche la possibilità di coordinare uno sviluppo organico. Nel rispetto delle norme urbanistiche ed ambientali. Inoltre, il ‘Masterplan SEA 2035’ dovrebbe coordinarsi con il “Masterplan intercomunale per la rigenerazione delle aree delocalizzate”. Per non creare sovrapposizioni e conflitti tra lo sviluppo interno al sedime aeroportuale e le attività di valorizzazione delle aree delocalizzate. Compromettendo le potenzialità di sviluppo esterne al sedime, in capo alla proprietà pubblica e diminuendo il valore del patrimonio pubblico dei terreni extra sedime.
Confronto con il territorio
“Al di là delle osservazioni puntuali – conclude l’assessore all’Ambiente – quello che chiediamo a Sea è un confronto con il territorio. Per concordare insieme alle amministrazioni interessate uno sviluppo armonico sia dell’aeroporto sia della più vasta area in cui è collocato”.
fsb