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Cultura, Galli: il genio di Leonardo da Vinci torna in Duomo

leonardo torna in duomo

“Innovativo omaggio a un campione milanese e lombardo”
La mostra sarà visitabile fino al 23 febbraio 2020

Leonardo da Vinci torna in Duomo. Con una mostra che riscopre i segreti del progetto per il tiburio della Cattedrale.

La Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, con i patrocini dell’Arcidiocesi milanese, di Regione Lombardia, del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e di quello per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, del Comune di Milano e del Comitato nazionale per la celebrazione dei 500 anni della morte di Leonardo, propone una mostra che rappresenta l’ideale ritorno del Genio in Duomo.

L’esposizione ha il sostegno anche di Borsa Italiana ed Eberhard Italia ed è visitabile dal 22 novembre al 23 febbraio 2020 tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 10 alle 18, nella chiesa di San Gottardo in Corte in via Pecorari (biglietto 6 euro, ridotto 3).

Conclusione di un anno super

“Questa mostra – ha detto l’assessore all’Autonomia e Cultura della Regione Lombardia Stefano Bruno Galli – arriva alla fine dell’anno in cui abbiamo celebrato il quinto centenario della morte di Leonardo da Vinci. Che, con buona pace degli amici toscani e francesi, è da ritenere milanese e lombardo a tutti gli effetti”. “Come Regione abbiamo sostenuto anche questa proposta della Veneranda Fabbrica – ha continuato – e ringrazio monsignor Gianantonio Borgonovo per averlo ricordato”.

Grande sintesi

“Stiamo inaugurando una mostra – ha sottolineato l’assessore Galli – che celebra Leonardo, sottolinea il suo rapporto con il Duomo di Milano e mette in risalto un episodio, come il concorso di idee e progetti per la realizzazione del tiburio della cattedrale che vide partecipare, pur non vincendo, anche Leonardo”. “E piace sottolineare – ha continuato – che la proposta culturale non ripete nulla di quanto finora promosso per l’anniversario leonardesco. Anzi, ha il merito di aggiungere qualcosa e di fare sintesi tra i due aspetti del Genio. Ovvero il Leonardo appassionato promotore della scienza e della tecnologia e il Leonardo artista padre dell’Ultima Cena che tutti conosciamo”.

Concorso di idee

“Il concorso di idee per il tiburio, che si realizzò nella Milano illuminata dal grande umanista Ludovico il Moro, rappresentò uno scontro avvincente e unico – ha rimarcato l’assessore Galli – che illumina la vita di un grande protagonista della storia tra la seconda metà del Quattrocento e la prima del Cinquecento”.

La parte del leone

“Come Regione – ha proseguito – abbiamo fatto la parte del leone nelle celebrazioni del cinquecentenario della morte del grande Leonardo. Ricordo, infatti, i tanti interventi sui luoghi e le opere di Leonardo a Milano e in Lombardia, non ultimo il libro su Leonardo e gli artisti leonardeschi, ovvero coloro che ne hanno subito la virtuosa influenza, uscito proprio in questi giorni”. “Ecco, questa mostra – ha continuato Galli – prosegue quanto portato avanti in questi mesi e ci offre, anche grazie al percorso immersivo, una visione inedita del grande Genio. E del suo stretto rapporto con Milano”.

Codice Atlantico

La mostra espone anche i disegni del ‘Codice Atlantico’ e consente di scoprire la Milano dei Visconti e degli sforzi, riportando, grazie anche al lavoro del Dipartimento di Architettura del Politecnico di Milano guidati dal professor Stefano Della Torre, al Duomo degli anni leonardeschi.

Le sezioni

L’allestimento si articola in sezioni. La prima dedicata al cantiere del Duomo nel Quattrocento; la seconda alle opere cantieristiche di Franchino Gaffurio; una terza che focalizza il rapporto tra Leonardo e il Duomo; la quarta sulla sfida del tiburio e una quinta che omaggia la Guglia maggiore.

Milanese e lombardo

“Siamo davanti a una mostra che celebra il genio di Leonardo e lo fa tornare nel suo Duomo in un modo unico, assolutamente da non perdere – ha concluso l’assessore Galli – e che Regione Lombardia è felice di sostenere come ulteriore omaggio a un campione di milanesità e lombarditudine come Leonardo”.

gus

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