Assessore: attività fondamentale per ecosistema lombardo
“Vogliamo ampliare la rete partendo dal territorio di Brescia”
La Regione Lombardia ha approvato, su proposta dell’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi, una delibera con cui si stabiliscono le modalità di riparto dei contributi da destinare a ogni Centro di Recupero per Animali Selvatici (Cras) per il soccorso e la cura della fauna selvatica omeoterma in difficoltà. I Cras autorizzati sul territorio lombardo potranno così accedere ai contributi, approvati annualmente dalla Giunta secondo le disponibilità di bilancio, in base all’attività svolta nell’anno precedente. Per il 2021 i fondi regionali ammontano a più di 300.000 euro.
Attività fondamentale per l’ecosistema lombardo
“I Cras lombardi – ha dichiarato Rolfi – si sono infatti presi carico di oltre 8.500 animali nel 2019. Svolgono un’attività fondamentale per l’ecosistema lombardo e per la biodiversità. Ringrazio tutte le realtà che operano in questi centri. La Regione vuole essere al loro fianco e destinerà ogni anno risorse economiche per il loro lavoro”.
Diverse ipotesi per una nuova struttura
“Visto che il tema della fauna selvatica sarà sempre più rilevante nel prossimo futuro, ritengo ancora insufficiente – ha continuato l’assessore – il numero di Cras presenti in Lombardia. La Regione sta lavorando per ampliare la rete e renderne più omogenea la presenza territoriale. Il prossimo che intendiamo aggiungere sarà sul territorio di Brescia. Stiamo valutando diverse ipotesi per individuare una struttura idonea”.
Funzione fondante
Nello specifico, i Cras hanno, come funzione fondante, quella di detenere, curare e riabilitare soggetti appartenenti alla fauna selvatica, allo scopo di liberarli qualora ne sussistano le condizioni o di detenerli in via permanente nel caso essi risultino irrecuperabili.
Cura di animali feriti
“Ogni giorno – ha detto l’assessore – vengono quindi curati nei Cras animali feriti, entrati a contatto con i cavi dell’alta tensione, vittime di bocconi avvelenati o di incidenti. Questi centri, infatti, si caratterizzano anche per l’educazione al pubblico in materia ambientale, per la collaborazione con progetti di ricerca scientifica e per la reintroduzione di animali e la conduzione di programmi di riproduzione per specie a rischio di estinzione. La Lombardia, infatti, anche grazie a un territorio vasto e variegato ha un patrimonio di biodiversità inestimabile. Che va difeso e tutelato”.
Distribuzione delle risorse
“Le risorse – ha concluso l’assessore Rolfi – saranno quindi distribuite in base al numero di animali accolti dal singolo centro. Con particolare riguardo per specie particolarmente protette. Nonchè alla presenza di particolari strutture per la gestione delle diverse specie. Oltre al rapporto dei servizi erogati”.
I dati dei Cras lombardi
Di seguito i dati relativi agli animali accolti nel 2019 dai Cras della Lombardia.
Vanzago (Vanzago, MI), gestito dall’associazione Wwf Vanzago, più di 3.000 animali accolti nel 2019;
La Fagiana, a Pontevecchio di Magenta (MI), gestito dall’associazione Lipu, circa 1.600 animali accolti nel 2019;
Wwf di Valpredina, a Valpredina (BG), gestito dall’associazione Wwf Bergamo-Brescia, più di 2.000 animali accolti nel 2019;
Parcobaleno, a Mantova, gestito dalla Coldiretti sezione di Mantova, più di 300 animali accolti nel 2019;
del Parco dell’Adamello, a Paspardo (BS) gestito dall’Associazione Lontano Verde, circa 350 animali accolti nel 2019;
Loghino Bosco, a Curtatone (MN) gestito dall’associazione Anpana sezione di Mantova, circa 360 animali accolti nel 2019;
San Rocco di Ponte in Valtellina, gestito dalla Provincia di Sondrio, più di 200 animali accolti nel 2019;
Calvatone, a Calvatone (CR), gestito attualmente dall’associazione Nucleo Operativo Guardie Ecozoofile sezione di Cremona, autorizzata alla gestione nel 2020. Nel 2019 il Cras, gestito dall’associazione Anpana sezione di Cremona aveva accolto più di 800 animali;
Codevilla, gestito dal Comune di Codevilla (PV), nuovo Cras autorizzato nel 2020.
gus