I 300 dottori accompagnati da ministro Boccia già operativi
Il vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, ha accolto a Bergamo i primi medici volontari della ‘task force’ permanente voluta dal Governo, coordinata dalla Protezione civile, con il compito di intervenire negli ospedali in condizioni critiche.
I medici sono giunti in Lombardia accompagnati dal ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia e dal Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.
I primi professionisti arrivati in Lombardia provengono da Roma, Latina, Bari, Firenze, Cosenza, Potenza, Napoli, Vasto, Messina, Udine, Caserta e Perugia. Saranno 300 i medici dislocati fra la Bergamasca e le altre province lombarde.
“Ringraziamo a nome di Regione Lombardia – ha detto il vicepresidente Sala – i medici che sono arrivati nei nostri ospedali da tutte le parti d’Italia per aiutare le strutture e dare un importante contributo in un momento così drammatico. Un segnale forte di solidarietà umana e di grande spirito di sacrificio al servizio di chi ha bisogno”.
Il vicepresidente Sala ha consegnato ai medici, arrivati giovedì 26 marzo sera a Bergamo, le lettere d’incarico presso gli ospedali di Esine, Sondalo, Desenzano, Seriate, Treviglio, Chiari.
“I medici – ha aggiunto Sala – hanno accolto l’appello con grande senso del dovere e si sono spostati dalle loro zone di lavoro per aiutare gli ospedali lombardi”.
Vicepresidente Sala: grazie ai medici, grazie a tutta Italia
“Noi abbiamo bisogno di loro – ha rimarcato il vicepresidente – e loro hanno risposto presente senza esitazioni. La Lombardia ringrazia tutta Italia per questo sforzo e se dovesse essere necessario siamo pronti a dare lo stesso contributo anche per le altre Regioni”.
Accompagnati dalle Asst nei rispettivi ospedali a cui sono stati destinati, i medici si sono subito resi operativi in soccorso dei colleghi lombardi.
“Ho visto nei loro occhi – ha sottolineato il vicepresidente Sala – l’entusiasmo e la voglia di aiutare facendo tutto il possibile e oltre per affrontare questa terribile emergenza. Ho accompagnato in prima persona un medico di Roma che non vedeva l’ora di iniziare a lavorare per dare il suo contributo”.
“Questi sono uomini e donne – ha concluso – che ci rendono orgogliosi e ci danno la forza per non mollare in questa estenuante battaglia”.
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