Accolti dal vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala, sono arrivati all’aeroporto di Bergamo Orio al Serio, per l’emergenza coronavirus, 43 infermieri volontari reclutati principalmente nelle regioni del centro-sud dal Dipartimento nazionale di Protezione civile.
Gli infermieri, accompagnati dal ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, vanno ad aggiungersi al contingente di medici arrivato nei giorni scorsi a Bergamo e a Milano Linate.
Personale specializzato
“Per curare le persone che si trovano in terapia intensiva e sub intensiva occorrono équipe specializzate – ha detto il vicepresidente di Regione Lombardia, Fabrizio Sala – abbiamo la gran parte dei malati più gravi concentrati all’interno degli ospedali”.
Grazie a tutti i neoarrivati
“Per questo – ha continuato – ringrazio tutti gli infermieri che sabato 11 aprile, su base volontaria, hanno deciso di raggiungere la nostra Regione. Per dare supporto al nostro personale sanitario”.
Le destinazioni
I 43 infermieri saranno destinati alla Lombardia verranno ripartiti così:
– 6 Ats Bergamo
– 8 ospedale Ana Fiera Bergamo
– 6 Ats Val Padana (sede di Cremona)
– 8 Asst Spedali Civili Brescia
– 4 Asst Garda
– 4 Asst Valcamonica
Superare l’emergenza
“Ora dobbiamo continuare a superare l’emergenza – ha aggiunto Sala – Ci troviamo davanti ad una tregua apparente: il tasso di contagio sta scendendo ma sta scendendo lentamente”.
La sfida della riapertura
“Poi la grande sfida – ha detto – sarà la riapertura, per fasi e con determinati protocolli, per cui abbiamo già chiesto aiuto alla nostra comunità scientifica e agli esperti”. “Tra questi – ha proseguito – anche gli economisti di geopolitica. “Il mondo – ha aggiunto Fabrizio Sala – avrà aree che aprono e aree che chiudono ed essendo noi una Regione che esporta molto all’estero anche questo fattore sarà fondamentale”.
Sburocraticizzazione totale
“Per la fase due su una cosa siamo tutti d’accordo – ha concluso Sala – in Lombardia chiediamo una sburocraticizzazione totale. Non partire dalle regole attuali, ma lasciare libere – ha spiegato -le imprese. Di riprendere facilmente a lavorare e dare ai lavoratori le condizioni per operare nella più totale sicurezza”.
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