Procedono i lavori coordinati da Guido Bertolaso per testare la ‘macchina’ che si occuperà delle vaccinazioni anticovid. “Sono arrivato da 72 ore – ha spiegato durante il Tavolo del Patto per lo sviluppo – e la struttura tecnica composta dalle Dg Welfare e Protezione Civile e Areu è pronta e ha già iniziato a lavorare. L’abbiamo chiamata ‘Unità di crisi’, in onore e coerenza con il metodo che useremo per la più grande operazione di Protezione civile mai vista in Italia”.
“Abbiamo iniziato a lavorare sulle piante organiche dei team che saranno impiegati nelle vaccinazioni anticovid – ha spiegato Bertolaso – e sulle location dove questi opereranno. L’organizzazione sarà diversificata per territori e per questo puntiamo sul coinvolgimento dei sindaci e degli attori locali, sia per i luoghi da utilizzare, che per le equipe da mettere in campo”.
Bertolaso: in Fiera cronometreremo i tempi di somministrazione delle vaccinazioni anticovid
“Sabato 6 febbraio e domenica 7 in un padiglione della Fiera di Milano – ha proseguito – verrà effettuata la seconda fase. La sperimentazione è stata avviata da Areu, qualche settimana fa. Saranno vaccinati circa 2.500 volontari dell’Azienda regionale dell’emergenza urgenza, che riceveranno così la seconda dose. Cronometreremo i tempi dall’inizio al termine della singola somministrazione per capire il totale del numero di vaccini che si riesce ad effettuare nelle 24 ore”.
“Tutto quello che abbiamo messo in piedi – ha rimarcato – è condizionato all’arrivo dei vaccini e alle bizzarrie delle industrie farmaceutiche. Sappiamo che altri sieri, oltre a quelli attualmente autorizzati sono in arrivo”.
E proprio in merito a nuovi vaccini Bertolaso è tornato su quello russo Sputnik: “Credo che – ha detto – se ne parlerà sempre di più. Gli studi pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet hanno evidenziato la sua efficacia e soprattutto l’assenza di effetti collaterali severi. Questo vale anche nelle sperimentazioni effettuate su volontari, individuati con metodi rigorosi”.
Dobbiamo fare presto e bene
“Quello che ci vede impegnati – ha concluso Bertolaso – non è una corsa a chi è più bravo o capace, semplicemente occorre fare presto perché ogni minuto che perdiamo equivale a una persona che muore. Di morti per questa emergenza, l’Italia ne ha già avuti troppi. Dobbiamo fare presto e bene”.
red