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Pesca, Rolfi: approvata disciplina per affidamento in concessione dei bacini lombardi

bacini pesca

“In Lombardia 80.000 pescatori, vogliamo coinvolgerli nella gestione delle acque”

“In Lombardia sono circa 80.000 i pescatori sportivi che si dedicano alla propria passione e al mantenimento dell’ecosistema. Lo scorso anno abbiamo stabilito e semplificato le regole di pesca per ogni bacino, ora vogliamo avere una gestione che sia efficace nei controlli, rapida nell’attuazione degli interventi ittiogenici e volàno di turismo e occupazione locale e intendiamo coinvolgere anche le associazioni”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi, Fabio Rolfi.
Lunedì 6 aprile, la Giunta regionale ha, infatti, approvato la nuova ‘Disciplina per l’affidamento in concessione dei bacini di pesca‘.

Bacini riconosciuti in Lombardia

I bacini di pesca attualmente riconosciuti in Regione Lombardia sono 14: Oltrepò Pavese, Asta del fiume Po, Ticino Terdoppio Sesia Agogna, Lambro Olona, Verbano Ceresio e Lario, Adda sub-lacuale, Valle Brembana, Valle Seriana, Oglio, Valle Camonica, Valle Trompia Valle Sabbia e Benaco, Mincio, Provincia di Sondrio, Sebino.

Affidamento in concessione

Il procedimento ha, per oggetto, l’affidamento in concessione, con riguardo alla pesca dilettantistica ricreativa e sportiva, della totalità dei corpi idrici ricompresi all’interno di ogni singolo bacino di pesca. Al fine di conseguire una gestione ottimale della pesca e assicurare la tutela dell’ittiofauna e degli habitat acquatici. Fatta eccezione per il bacino identificato con il numero 13 di competenza della Provincia di Sondrio. E a esclusione delle acque gravate da diritti esclusivi di pesca di natura privatistica e usi civici, nonché delle acque già oggetto di concessioni vigenti, fino alla relativa scadenza.

Ripopolamento ittico e miglioramento fauna ittica

“Chiaramente – ha detto l’assessore Rolfi – i concessionari dovranno occuparsi di ripopolamento ittico, di salvaguardia e miglioramento della fauna ittica, di valorizzazione dell’habitat acquatico, di iniziative divulgative e didattiche e di gestione attività garistiche”. “Del resto, sono proprio i pescatori – ha aggiunto – ad avere interesse nella salvaguardia della faun autoctona e dell’ecosistema per questo vogliamo che siano loro, tramite le loro associazioni, preferibilmente in collaborazione con gli enti locali, a gestire le acque interne. Valorizzando il grande ruolo ecologico ed economico della pesca sportiva”.

Chi può presentare domanda

L’istanza potrà essere presentata da Comuni, Comunità montane, Associazioni qualificate di pescatori dilettanti ricreativi o associazioni di pescatori professionisti. Sarà possibile presentare progetti anche tra aggregazioni di soggetti sopracitati. In questo caso potranno far parte di tali aggregazioni le associazioni piscatorie non qualificate, interessate a partecipare alla gestione del bacino.

Un bando per ogni bacino

Nei prossimi mesi, sulla base dei criteri e della procedura deliberati, verrà aperto un bando per
ogni bacino di pesca contenente i requisiti di dettaglio per effettuare la scelta dei candidati. Chi presenta il progetto dovrà dimostrare di avere capacità tecnico organizzative in relazione alla struttura (sede e organigramma e pregressa esperienza), personale di vigilanza ed esperti in ambito ittico.

La tempistica

Il procedimento per il rilascio delle concessioni prende avvio a partire da 15 giorni successivi la pubblicazione del Decreto sul Burl. La concessione ha una durata di 5 anni ed è rinnovabile. Verrà dato punteggio più alto ad aggregazione di più soggetti appartenenti a diverse tipologie. E a chi dimostrerà di poter fare attività di vigilanza e di ripopolamento ittico superiori al minimo stabilito.

gus

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