“Anche i ragazzini che giocano a calcio con la maglia dell’Aurora, nella mia Desio, sono finiti, loro malgrado, tra gli episodi di cronaca non sportiva che nel week-end hanno macchiato, ancora una volta, con stupidità e ignoranza, i campi da calcio e lo sport“. Lo afferma l’assessore allo Sport e Giovani della Regione Lombardia, Martina Cambiaghi, commentando i fatti relativi a comportamenti di violenza e insulti nel calcio, prendendo spunto da quanto accaduto in una gara della categoria ‘Pulcini’ Aurora Desio-Sovicese, dove un bambino di colore di 10 anni è stato insultato da un genitore presente alla partita.
Intolleranza frequente
“Anche a Melzo, poi – ha proseguito l’assessore Cambiaghi – in un campionato del Csi un ragazzo di colore è stato aggredito con un pugno da un papà della squadra avversaria a fine partita. Sono solo gli ultimi tristi episodi di una lunga serie”.
Un triste elenco
“Da assessore allo Sport e Giovani di Regione Lombardia – ha aggiunto – è veramente difficile e triste leggere così frequentemente sui giornali di vicende di violenza da parte dei genitori durante le partite di calcio dei figli”. “Insulti – ha rimarcato -, cori e, in alcune occasioni, si è degenerato arrivando ad alzare le mani. Sono scene che, da assessore, ho sempre condannato in modo fermo perché le ritengo vergognose”.
Espulsione anche dopo un solo insulto
“Servono sicuramente provvedimenti seri contro i genitori violenti e aggressivi – ha aggiunto l’assessore lombardo – senza escludere la possibilità di arrivare al ‘Daspo’. In caso di intemperanze verbali, basta anche un solo insulto, una parolaccia, e deve scattare l’espulsione dei genitori e nei casi più gravi l’allontanamento di tutto il pubblico presente”.
Rieducazione
“Aggiungerei anche un momento di rieducazione – ha proposto l’assessore -, non per i ragazzi, ma per i genitori. Prima di poter mettere piede su una tribuna, soprattutto i genitori che si sono macchiati di bullismo, dovrebbero seguire corsi di ‘fair play’ tenuti dalle associazioni sportive”.
Modelli di educazione
“Ho scelto di intervenire pubblicamente su questo tema – ha osservato Cambiaghi – senza avere paura di puntare il dito verso i genitori. Che sono quelli che dovrebbero essere di esempio e invece, nella realtà, si trasformano sempre più spesso, nella ‘rovina’ sportiva dei ragazzi”.
Colloquio con il sindaco
A proposito di quanto accaduto a Desio, ho parlato con il sindaco di Sovico, Barbara Magni, concordando la necessità di intervenire con attività educative mirate all’interno della società sportiva. Un progetto che sicuramente coinvolgerà i calciatori ma soprattutto i genitori.
Sul campo per testimoniare
“Sabato pomeriggio – ha concluso l’assessore Cambiaghi – sarò allo stadio di Desio per la partita Aurora Desio-Sovicese nella categoria Juniores. Con l’auspicio che certi episodi non accadano più”.
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