Il Premio internazionale ‘Lombardia è Ricerca’ va all’immunologo Alberto Mantovani, milanese, direttore scientifico dell’IRCCS Humanitas, professore emerito all’Humanitas University di Milano e docente alla Queen Mary University of London, precursore e protagonista dell’affermazione del collegamento tra infiammazione, cellule del sistema immunitario e cancro. A lui andrà il ‘Nobel lombardo’, il riconoscimento da 1 milione di euro che Regione Lombardia attribuisce a scoperte di grande impatto nel campo delle Life Sciences, per le sue scoperte fondamentali sul ruolo dell’immunità innata e dell’infiammazione nel cancro. L’annuncio è stato dato dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dall’assessore regionale a Università, Ricerca e Innovazione, Alessandro Fermi, che hanno ricevuto a Palazzo Lombardia la presidente della Giuria, Patrizia Caraveo, direttore dell’Istituto di Astrofisica Spaziale di Milano.
Il Premio ‘Lombardia è Ricerca’ sarà ufficialmente consegnato il prossimo 8 novembre al Teatro alla Scala di Milano nel corso della ‘Giornata della Ricerca’, dedicata alla memoria di Umberto Veronesi e incentrata quest’anno sulle ‘Scienze della Vita’.
Fontana: fondi erogati avranno ricadute positive sul territorio
“Il premio ‘Lombardia è Ricerca’ – ha detto Fontana – assegna un riconoscimento ai migliori risultati scientifici ottenuti in ambito ricerca e innovazione. Ovvero due settori chiave in cui crediamo molto e su cui investiamo ogni anno importanti risorse. E questo proprio per l’impatto rilevante che questi studi hanno sulla vita dei cittadini. Una peculiarità di questo riconoscimento è, inoltre, il fatto che i fondi erogati al vincitore del premio vengono impiegati, per la maggior parte, per sostenere progetti di ricerca c0llegati alla scoperta giudicata più meritevole e realizzati da enti lombardi. Con rilevanti ricadute positive sul territorio”.
Confermata eccellenza delle università lombarde
“In questo modo – ha aggiunto il governatore lombardo – si crea un circolo virtuoso che valorizza al massimo il lavoro degli scienziati. Permettendo alla ricerca realizzata in Lombardia di stare al passo con tutti gli input più innovativi legati agli scenari internazionali. Il fatto che il premio sia stato assegnato a un lombardo è inoltre un’ulteriore conferma dell’eccellenza delle università e dei laboratori presenti sul territorio. Luoghi in cui si formano professionisti che intraprendono carriere di altissimo profilo anche fuori dall’Italia. Proprio come nel caso di Alberto Mantovani”.
Premio internazionale ‘Lombardia è Ricerca’: gli ambiti tematici
Il Premio internazionale ‘Lombardia è Ricerca’ è uno strumento efficace per sostenere scoperte di alto valore scientifico e tecnologico relative a nuove frontiere della medicina. Come quella personalizzata e quella legata allo sviluppo di modelli innovativi di cura, terapia e prevenzione. Grande importanza viene data anche alle ricerche scientifiche che permettono di alzare sempre di più l’asticella in ambiti come biologia, chimica e fisica ma anche nello sviluppo tecnologico. E di lavorare su un terreno di dialogo tra ingegneria e scienza che vede in un ruolo di crescente importanza intelligenza artificiale, robotica, nuovi materiali e nanotecnologia. Un focus importante è infine quello su sostenibilità ambientale e sociale. Vengono infatti promosse ricerche su energie rinnovabili, cambiamenti climatici, inquinamento e salute globale.
Fermi: felicissimo di premiare un lombardo
“È il secondo anno che ho l’onore di consegnare il Premio ‘Lombardia è Ricerca’ – ha sottolineato Fermi – e lo ritengo senza dubbio uno degli appuntamenti più importanti del mio assessorato, perché rappresenta non solo un simbolo di gratitudine per l’impegno dei ricercatori, ma anche un segnale forte dell’importanza che Regione Lombardia attribuisce alla ricerca e all’innovazione come motori del progresso e del benessere sociale.
Soddisfazione per premio a un lombardo
“La nostra Regione – ha aggiunto – deve essere un punto di riferimento anche in questo campo. E certamente un premio di questo calibro dà linfa a tutto il settore. Sottolineando quanto la Lombardia creda nel potenziale di chi con passione e dedizione si dedica ogni giorno a scoprire, innovare e migliorare il mondo in cui viviamo. Sono particolarmente felice, poi, che quest’anno il riconoscimento vada a un ricercatore lombardo, professore in una delle nostre università. Questa è la conferma che, per capacità umane e dna votato alla ricerca e all’innovazione, non abbiamo nulla da invidiare a nessuno”.
Le motivazioni della giuria
A decretare il vincitore del Premio internazionale ‘Lombardia è Ricerca’ è ogni anno una giuria. Composta da 15 top scientists con il più alto H-index nelle aree di ricerca attinenti al tema del premio. La giuria seleziona il vincitore tra quelli candidati dagli scienziati che ne hanno diritto. “Il paradigma dominante nello studio della tumorigenesi – si legge nella motivazione ufficiale del Premio 2024 – era, ed è restato a lungo, quello genetico. Di conseguenza, il riconoscimento della componente ecologica del cancro e del ruolo del microambiente tumorale è stato scarso per molto tempo. Ciò che era necessario era uno sforzo determinato per radicare l’idea in solide basi biologiche e molecolari. Mantovani è stato un pioniere in quest’impresa”.
Il punto di svolta nello studio del rapporto tra infiammazione e cancro
“Negli anni ’80 e ’90 – continua la motivazione della giuria – il suo laboratorio ha prodotto scoperte fondamentali sul ruolo dei macrofagi associati ai tumori e delle citochine infiammatorie nell’iniziazione e nella progressione del cancro. Il punto di svolta nella storia del concetto di ‘infiammazione e cancro’ fu una review, estremamente efficace e influente, scritta nel 2001 da Mantovani con la scienziata inglese Fran Balkwill, dando il via a un’onda di attività in tutto il mondo scientifico, alla quale egli stesso ha partecipato in modo determinante dal punto di vista sperimentale”.
Infiammazione e insorgenza dei tumori
“L’esito finale – prosegue la motivazione – ha visto l’accettazione condivisa dell’idea che l’infiammazione è un fattore determinante nello sviluppo dei tumori: un concetto dalle enormi implicazioni soprattutto dal punto di vista terapeutico. La migliore testimonianza di questo cambio di paradigma conoscitivo è il fatto che nella prima edizione della celebrata review di Hanahan and Weinberg, nel 2000, ‘Hallmarks of cancer’ (i marcatori del cancro), l’infiammazione, infatti, non era inclusa, mentre, nella nuova versione del 2011, l’infiammazione compare come uno dei dieci hallmarks del cancro. Un tributo al lavoro di Mantovani e di tutti gli altri scienziati che hanno permesso questo fondamentale cambio di paradigma”.
Il ruolo del microambiente
Con l’inizio del nuovo millennio, dunque, tutta la comunità scientifica ha accettato il fatto che il cancro non sia solo ‘cellule tumorali’, ma anche la nicchia ecologica che le circonda (ossia il microambiente). Di quest’ultima fanno parte anche le cellule delle nostre difese immunitarie. Spesso inefficaci nei pazienti oncologici. In parallelo, si sono identificati freni molecolari e acceleratori del sistema immunitario. E si è arrivati a capire che, in generale, le nostre difese nei pazienti affetti da cancro sono un po’ come un’automobile molto potente ma con i freni tirati.
Una svolta per i pazienti di melanoma
I freni, nel gergo immunitario, si chiamano checkpoints. A valle di queste scoperte e di questa nuova visione, si è iniziato a verificare sui pazienti oncologici l’impatto del togliere uno o due di questi freni. Ciò ha cambiato in modo straordinario, a esempio, la vita dei pazienti affetti da melanoma avanzato, per cui tutte le altre terapie si erano rivelate inefficaci.
La carriera di Alberto Mantovani
Il premio internazionale ‘Lombardia è Ricerca’ quest’anno va dunque a un italiano, alla guida di uno degli Irccs lombardi. Nato a Milano nel 1948, Alberto Mantovani ha studiato medicina all’Università degli Studi di Milano e si è specializzato in oncologia a Pavia. Dopo diverse esperienze di ricerca all’estero, negli USA e nel Regno Unito, ha fatto ritorno in Italia lavorando all’Istituto di Ricerca Mario Negri, all’Università di Brescia, all’Università degli Studi di Milano. E quindi a Humanitas University, dove ha insegnato Patologia generale.
I riconoscimenti
Numerosi i riconoscimenti nazionali e internazionali ricevuti da Mantovani negli anni. Tra questi il prestigioso Robert Koch Award (2016), il Premio Europeo Oncologia 2016 (assegnato ogni tre anni), l’American Association for Cancer Research International Pezcoller Award (2019) e, più recentemente, il CIMT Lifetime Achievement Award e l’IAIS Lifetime Achievement. L’ampio impatto del suo contributo scientifico è testimoniato dalle oltre 178 mila citazioni dei suoi lavori e da un H-index di 190 (Scopus, ottobre 2024).
Commendatore della Repubblica per i suoi contributi scientifici (2006), nel 2018 il professore ha ricevuto l’Ambrogino d’Oro della città di Milano. Nel 2021 è stato insignito del titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Già Accademico dei Lincei, a maggio 2024 Mantovani è stato eletto nell’Accademia Nazionale delle Scienze USA.
Il focus sull’immunoterapia
Mantovani ha contribuito in modo riconosciuto all’immunologia applicata all’oncologia formulando nuovi paradigmi e identificando nuove molecole e funzioni. In particolare, ha scoperto che alcune cellule del sistema immunitario, ovvero i macrofagi, componente fondamentale della reazione infiammatoria, si comportano come ‘poliziotti corrotti’. In sostanza queste cellule invece di combattere e arrestare il cancro, lo aiutano a crescere e proliferare. Questi studi hanno posto le basi degli attuali sviluppi dell’immunoterapia. Considerata ormai una linea primaria nella lotta contro il cancro accanto alle tradizionali chirurgia, chemioterapia e radioterapia. L’immunoterapia potrebbe risultare particolarmente efficace contro alcune tipologie di tumori, ad esempio del polmone.
L’identificazione della citochina CCL2
Lo scienziato è anche noto per l’identificazione di CCL2, una citochina in grado di attrarre i macrofagi nel tumore e la caratterizzazione di una molecola fondamentale dell’immunità innata, PTX3, con un ruolo rilevante nei processi infiammatori protumorali. Più in generale, l’attenzione posta da Mantovani al ruolo del sistema immunitario nello sviluppo del cancro ha portato a indagare questo stesso ruolo anche in relazione ad altre patologie. A esempio quelle cardiache.
La cerimonia di premiazione al Teatro alla Scala
La cerimonia di consegna del Premio al professor Mantovani rappresenterà il cuore della Giornata della Ricerca dell’8 novembre 2024. Come è ormai consuetudine, la giornata offrirà spunti di riflessione, ma anche di festa e spettacolo. L’apertura è affidata alla performance artistica dell’étoile Eleonora Abbagnato, accompagnata dal primo ballerino Julian MacKay e da Filippo Gorini al pianoforte. Nel corso dell’evento saliranno sul palco il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e i ministri Anna Maria Bernini e Giuseppe Valditara. Quindi sarà la volta di Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Veronesi, e dell’assessore regionale a Ricerca, Innovazione e Università, Alessandro Fermi. Il keynote speech quest’anno è affidato al filosofo della scienza Telmo Pievani, altro ospite sarà il giovane art influencer Roberto Celestri.
Protagonisti sul palco con Gerry Scotti, da sempre attentissimo al tema della ricerca, saranno anche gli studenti dei gruppi vincitori del premio ‘Lombardia è Ricerca’ per le scuole, promosso da Regione Lombardia in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale. La Giornata della Ricerca, condotta da Alessia Ventura, può essere seguita in streaming a questo link.