“Altro che pragmatismo, il sindaco Beppe Sala contro l’autonomia fa solo il ventriloquo del fronte neo-centralista. Di più, schierandosi contro l’autonomia tradisce le legittime istanze di quel nord, che sostiene di rappresentare, da anni impegnato a chiedere adeguati strumenti di competitività per rimanere al passo con il resto di Europa”. Così il sottosegretario regionale all’Autonomia, Mauro Piazza, commenta quanto scritto dal sindaco di Milano che, in una lettera inviata a un quotidiano della città, ha spiegato perché voterà ‘no’ all’autonomia differenziata qualora dovesse essere celebrato un referendum abrogativo della legge Calderoli. “La sua è solo un’iniziativa politica, mascherata dietro la prestigiosa carica pubblica che ricopre. Nel 2017, ai tempi del referendum consultivo sull’autonomia in Lombardia, si schierò per il ‘sì’. Oggi l’idea di dare più poteri alle Regioni non gli piace più. Sembra un po’ confuso…”.
“Lo dico – prosegue Piazza – con il massimo rispetto che si deve al primo cittadino del capoluogo: il suo ‘j’accuse’ pretende di essere ‘pragmatico’, ma poggia su affermazioni labili e inconsistenti. Le stesse che ci sentiamo ripetere da mesi dal variegato fronte di chi, per un mero interesse ideologico-politico-elettorale, vuole fermare ogni cambiamento. Un po’ pochino, ci aspettavamo qualcosa di meglio, almeno un po’ più di visione, dal sindaco di una grande città come Milano”.
Le Città metropolitane non funzionano
Il sindaco, prosegue il sottosegretario Piazza, “esalta il ruolo potenziale delle Città metropolitane. “Bene, ma non ci ricordiamo di iniziative della sua area politica in questo ambito. L’ultima, ed è stata un disastro, è stata la cancellazione delle Province. La Città metropolitana di Milano – di cui Sala è sindaco – non è esattamente un esempio di efficienza ed efficacia. Prima di attaccare la legge Calderoli, ci aspetteremmo di vederlo sulle barricate un giorno sì e l’altro pure, per chiedere la riforma della legge Delrio. Invece niente, si limita a lamentarsi del fatto che nessuno parla del riordino del Testo unico delle autonomie locali. Perché Sala non prende in mano questa bandiera?”.
LEP e non LEP
Piazza evidenza quindi anche l’inconsistenza della polemica sui LEP. “Nella sua lunga missiva – sostiene il sottosegretario – come molti altri esponenti del centrosinistra, anche il borgomastro milanese ha agitato il fantasma dei LEP. È qualcosa che non esiste. Lo ha spiegato bene, proprio giovedì 29 agosto, il presidente Attilio Fontana dalle pagine dello stesso giornale. Ci sono materie che non li prevedono, quindi è consequenziale che in forza di una legge che lo consente, le Regioni che lo vogliono possano avviare le procedure per attivare i nuovi spazi di autonomia. Non ci sono ‘fughe in avanti’. Per le materie che li prevedono, sono stati previsti tempi e modi affinché vengano individuati. Tutto questo processo legislativo si è svolto con modi e tempi rispettosi della complessità della materia, nonché con la necessaria salvaguardia della struttura unitaria dello Stato”.
Il Paese lo spaccano altri
Nessun rischio di ‘spaccare il Paese’, dunque. Anzi, secondo Piazza, questo obiettivo rischiano di centrarlo proprio i promotori del referendum contro l’autonomia. “Ha ragione il ministro Calderoli – sostiene – se venisse celebrata, questa consultazione rischia di diventare il referendum del Sud contro il Nord”. Dispiace davvero, aggiunge, “che un autorevole esponente del governo del mondo delle autonomie come Beppe Sala si sia schierato con quelli che soffiano sul fuoco dello scontro fra territori. Siamo però convinti – conclude il sottosegretario Piazza – che i cittadini non si lascino abbindolare. I lombardi hanno già detto sì all’autonomia una volta in cabina elettorale. Se dovessero essere chiamati a farlo di nuovo, lo confermeranno”.